Software Defined Infrastructure: The Next Big Thing

A due passi, sta fiorendo un argomento che si inserisce nelle tendenze di cloud, virtualizzazione e digitalizzazione. Come sovrastruttura o catalizzatore, la SDI dovrebbe rendere l'IT aziendale più efficace.

Un argomento relativamente giovane che, secondo Matthias Zacher, consulente senior di IDC, ha iniziato a essere menzionato intorno al 2014, potrebbe avere ciò che serve per portare l'IT aziendale su una tacca. Stiamo parlando di Software Defined Infrastructures (SDI; per la definizione vedere il riquadro sotto "Supplemento sull'argomento"), che soddisfano la tendenza di infrastrutture sempre più agili e flessibili combinate con il classico backend.

Anche perché, secondo IDC, "la trasformazione digitale delle aziende e delle aree di business può essere implementata solo in modo insufficiente con risorse IT rigide" e "la SDI sarà un fattore decisivo di successo nel sostenere i modelli di business digitali in futuro", ci sono buone ragioni per le aziende di impegnarsi con la tecnologia. Per esempio, la sfida più importante per i data center - il cloud - beneficia di strutture flessibili.

Informazioni aggiuntive sull'argomento

Livello e definizione dell'implementazione

Lars Göbel, responsabile delle vendite e dei servizi IT presso il fornitore di servizi IT completo Darz, stima che circa il 30% delle aziende idonee alle Software Defined Infrastructures (SDI) - le aziende molto piccole tendono a non esserlo - le sta già utilizzando. Gli altri, ne è sicuro, cominceranno ad usarlo nel prossimo futuro. Solo SDI permette l'integrazione di diverse infrastrutture - il classico IT interno orientato alla sicurezza e alla stabilità, elementi virtualizzati e mobili basati sui social media e la collaborazione, combinati con applicazioni cloud private e pubbliche. La SDI rappresenta quindi un livello IT globale. Secondo IDC, la tecnologia "permette la costruzione e il funzionamento automatizzato di ambienti infrastrutturali IT aperti ed elastici". I carichi di lavoro virtualizzati possono essere configurati, provenienti, migrati, scalati e replicati tramite un controllo software in modo automatizzato e indipendente dall'infrastruttura sottostante (server, storage, rete)". In questo contesto, si fa spesso riferimento all'"informatica a due velocità" o all'"informatica bimodale", come la chiama Gartner. Questa è la combinazione del sistema IT di base, che è stabile, prevedibile e durevole, e strutture IT agili e mutevoli. La SDI dovrebbe collegare questi due mondi, che si stanno formando sempre più nelle aziende.

Alte aspettative

Secondo un sondaggio IDC su 252 decisori IT di aziende in Germania con più di 250 dipendenti che hanno già affrontato l'argomento in profondità, le aspettative sono alte in ogni caso. L'IT dovrebbe diventare più economico, più facile da gestire e allo stesso tempo più efficace e più orientato al business. L'attenzione è sempre concentrata sia sui benefici IT che su quelli aziendali. Così, il 35% si aspetta meno problemi con gli aggiornamenti e la manutenzione e minori costi operativi. Più del 30 per cento ciascuno (erano possibili più risposte) spera anche in un reparto IT più produttivo e più utilizzato, una maggiore disponibilità delle applicazioni, un migliore utilizzo delle risorse, per esempio nel consumo di energia, ma anche una migliore gestione della sicurezza. Una maggiore agilità aziendale viene dopo con il 27 per cento delle menzioni. Anche altri aspetti del business, come l'accelerazione dei processi o più tempo per l'innovazione, giocano un ruolo.

ostacoli e potenziale

Dal punto di vista degli intervistati, i principali ostacoli alla SDI sono la mancanza di budget (38%). Ma l'alta complessità è anche attualmente ancora un ostacolo, dice il 34%. Inoltre, il 29% teme per la sicurezza IT e ha preoccupazioni di conformità. Inoltre, c'è una mancanza di know-how interno, preoccupazioni generali o l'assunzione che la tecnologia sia immatura.

Eppure: il 25 per cento dei 252 intervistati ha utilizzato SDI per i propri sistemi produttivi per più di dodici mesi. Il 35% ha anche implementato progetti corrispondenti - anche se non così lunghi. C'è anche spazio per migliorare: il 33% sta valutando il suo utilizzo.


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