Il compact disc (CD), il supporto di memorizzazione più popolare oggi nel mondo, festeggia il suo 25° compleanno. Un quarto di secolo fa, sono state gettate le basi perché il mercato di massa diventasse digitale. Ora è il momento di dare un'occhiata a domande come: Cosa spiega il successo del disco d'argento piatto? Cosa c'entra Beethoven con il suo sviluppo? E ultimo ma non meno importante: È ora che il CD vada in pensione?
Devo ammettere che è versatile. Oggi, il CD memorizza musica, film, dati aziendali e molto altro su un diametro di circa dodici centimetri. Può anche essere incollato, etichettato e stampato. Ma in origine, il disco piatto con il buco nel mezzo serviva solo a uno scopo: sostituire il disco in vinile. La migliore qualità del suono e la resistenza ai graffi dovevano convincere gli appassionati di musica.
Esattamente 25 anni fa, il 17 agosto 1982, a Langenhagen, vicino ad Hannover, veniva prodotto il primo CD del mondo. La Philips, che all'epoca possedeva ancora la storica fabbrica, ne è particolarmente orgogliosa. Per il primo disco d'argento, il produttore arruolò l'aiuto dell'attuale concorrente Sony già nel 1979.
Gli ingegneri non solo lavorarono insieme sulla tecnologia, ma anche sull'aspetto e le dimensioni del supporto. Inizialmente avevano fissato il diametro a 11,5 millimetri - abbastanza spazio per circa un'ora di musica. Ben presto divenne chiaro che questo non era sufficiente. Dovrebbe essere di 74 minuti - per esempio, per potersi godere la Nona di Beethoven tutta in una volta. Detto e fatto: il famoso compositore fissò così lo standard a dodici centimetri. Il buco al centro del CD è stato piuttosto un'ispirazione spontanea degli sviluppatori. Si dice che il modello qui fosse la più piccola moneta dell'epoca, il pezzo da dieci centesimi olandese.
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Il prodotto, che si è ormai affermato in tutto il mondo ed è stato prodotto più di 200 miliardi di volte negli ultimi 25 anni, ha avuto un lungo percorso dallo sviluppo alla distribuzione. Inizialmente, il disco era disponibile solo in Giappone. Arrivò in Europa solo nella primavera del 1983, con opere degli Abba o di Richard Strauss.
Da allora in poi, i produttori furono quasi travolti dal successo del loro sviluppo. Per esempio, se nel 1985 si aspettavano di vendere circa dieci milioni di CD, in quell'anno furono in realtà sei volte tanto. "Alla fine degli anni '70 e all'inizio degli anni '80, non potevamo nemmeno immaginare che l'industria dei computer e dell'intrattenimento un giorno sarebbe passata a memorizzare software o film su CD", dice Piet Kramer, allora a capo della divisione ottica della Philips.
Facendo strada alla prossima generazione
Ma nel suo 25° compleanno, che dire del piccolo disco d'argento che ha introdotto il mercato di massa al mondo digitale? Philips stessa ora chiama il CD il "nonno dell'intera famiglia dei supporti di memorizzazione ottica". E come purtroppo accade con i nonni, a un certo punto bisogna dirgli addio. Così quelli per i quali il disco ha aperto la strada, come Blu-ray Disc e HD DVD, sono ora in attesa dietro le quinte per sostituirlo definitivamente.